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L'Islàm e la natività cristiana


Fra le sue produzioni c'è anche un nastro che contiene una registrazione audio della Radiodiffusion-Television Tunisienne su "L'Islàm e la natività cristiana", Programma N. 110, della durata di 13' 30'', indirizzata a "R.P. Mariano - Rai Via Teulada, Roma - Italia", dove, in lingua italiana, si parla del pensiero dell'Islàm sulla nascita di Gesù. La trasmissione fu messa in onda alla vigilia di Natale. Mi scuso di qualche inesattezza inevitabile nella sbobbinatura. Eccone la trascrizione:

"Questa sera i cristiani di tutto il mondo celebrano il Natale, la festa della nascita di Gesù Cristo, meno naturalmente gli Ortodossi, che lo celebreranno più tardi, a causa della loro non concordanza del calendario con quello del resto della cristianità, sul quale è in anticipo di tredici giorni. Nonostante i Musulmani non celebrino il ricordo di questa nascita con riti e cerimonie speciali, tuttavia considerano quest'avvenimento come benefico per l'intera umanità e di cuore partecipano alla sua commemorazione. Per i Musulmani, Gesù è l'ultimo, prima di Maometto, di una lunga serie di inviati di Dio. Non è stato, dunque, per rifiutare codeste missioni, che il Profeta arabo è venuto al mondo, ma piuttosto per confermarle, perfezionarle e infine concluderle. Per così dire, egli ha apposto la propria firma a tutto ciò, allo scopo specifico che niente altro vi fosse più sostituito. E così Dio ha attribuito a Maometto il titolo di Katin en adin, che significa "sigillo dei profeti" e che ne autentifica la missione come un timbro finale. L'Islam convalida, dunque, la missione di Gesù e la sua dottrina contenuta nel Vangelo, che, anzi, considera come libro rivelato. Questa dottrina si trova proprio condensata in un versetto del Corano, di cui vi diamo la traduzione: "Noi inviamo Noè ed Abramo e lasciamo alla loro posterità la profezia e il libro. E più tardi noi facemmo seguire sulle loro tracce, i nostri messaggeri e, dopo di essi, Gesù, figlio di Maria, al quale noi donammo il Vangelo e ponemmo nel cuore di coloro che lo seguirono la mansuetudine e la pietà". Ed ecco ancora in quali termini, secondo il Corano, fu fatto a Maria l'annunciazione: "O Maria, dissero gli Angeli, Dio ti annuncia il suo soffio divino, che avrà per nome il Cristo, Gesù, figlio di Maria, convalidato in questo mondo e nell'altro e che sarà nel numero di coloro che gli stanno vicino. Ancora nella culla egli parlerà agli uomini e più tardi, fatto uomo, sarà nel numero dei giusti". "Signore, ella rispose, come potrò avere un figlio, se nessun uomo mi ha toccato?" "Ma sarà così, disse quello, Dio crea ciò che vuole e quando decide una cosa, egli dice soltanto: "che tu sia, ed essa è". Egli, il Signore, gli insegnerà la Scrittura e la sapienza, la Tora ed il Vangelo, egli sarà per gli Israeliti un inviato che dirà loro: io vengo a voi, portatore di un segno del vostro Signore; temetelo e obbeditemi, Dio è il mio Signore e il vostro, non adorate che lui". Mistici musulmani si sono interessati alla vita e alla personalità del Cristo e ve ne sono alcuni fra essi, che, per essere stati perseguitati per le loro idee giudicate sovversive dall'ortodossia, sono stati a lui paragonati dai loro discepoli, quali il famoso Allaasci, morto martire suppliziato nel 922 dell'era cristiana, Ad Salam Alasma, fondatore dell'Ordine mistico della Sulamia, sorta ai principi del XVI secolo, si compiaceva di paragonarsi ad Allaasci per la vita agitata e gli rendeva omaggio nei suoi canti. Fra codesti cantici, che ancora si cantano a Tunisi nei riti di questa confraternita, ve n'è uno che è esclusivamente consacrato al Cristo. "Il saluto di Dio al figlio di Maria, a Gesù, alito di Dio; Dio l'ha detto. Gloria a colui che l'ha formato, che gli ha dato vita nel seno di sua madre, una vergine, e poi l'ha fatto crescere. Nessuno conosce dove e chi è suo padre, eccetto Dio, l'unico e uno, l'eterno. Quando, fratelli miei, la gravidanza divenne evidente, quando nel seno di sua madre il bambino prese forma e si mise a muovere, elle disse: "Dio, mio Signore, tu sia lodato. Io mi rimetto a te, mio creatore". La consigliarono di non crucciarsi troppo. Le dissero: "La verità finirà per vincere e la calunnia per scomparire. Alza la testa verso la palma e domanda a colui che è clemente che cadano per te alcuni dolci datteri". Ed ella alzò gli occhi e per ordine dell'onnipotente, i datteri caddero. Ella li mangiò, li gustò e fu rappacificata del bambino che doveva nascerle. Quando alla fine il Signore fatto bambino nacque, quando venne al mondo per ordine dell'Eterno, il solo che si deve adorare, gloria a lui, il dispensatore di grazie, il generoso, egli parlò a sua madre e le disse la verità. Gesù incontrò poi una vecchia donna, infelice e preoccupata, che piangeva versando lacrime di sangue. "Vecchia, lui le disse, che cosa è successo? Asciuga le tue lacrime per l'amor di Dio". "Il figlio mio, lei gli rispose, è laggiù, malato; guariscilo, Gesù, e io mi convertirò". Gesù allora si avvicinò e, posando la mano sul ragazzo, disse: "guarisci per comando dell'Eterno, il solo che sia adorato. Gloria a lui, dispensatore di ogni bene, il solo generoso. Io sono Gesù e colui che vuole convertirsi, lo faccia dunque. Salvezza per me, mentre sono vivo, prima che io muoia e che renda l'anima. Vi giungerà dopo di me il profeta, che ridonerà la vita, colui che è lodato, Maometto. Egli è il possessore del sigillo, che chiude la missione della linea dei profeti".

(Revisione dal parlato a cura di Rinaldo Cordovani)





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