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PASQUA DI RESURREZIONE




In occasione della Pasqua 2008 ripropongo 1. un intervento del prof. Paolo Roasenda sulla Santificazione della festa tenutasi in Vaticano nel 1935; 2. due risposte apparse sul RadiocorriereTV sul mese di Nisan, il mese della Pasqua (1967) e sull’istituzione del sacramento della confessione nel giorno di Pasqua (1966).
R. C.

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1. Pasqua = Domenica

Negli Atti degli Apostoli leggiamo che i fedeli si radunano nel « primo giorno della settimana » (XX, 7) per la « frazione del pane »: in quel giorno Paolo raccomanda ai Corinzi di far la « colletta per i Santi » (I. Cor. XVI, 2). La denominazione di «giorno del Signore» (dies dominica) che troviamo nell’Apocalisse ( I, 10) dice l’affettuosa memoria, la trepida esultanza dei primi Cristiani…
La domenica è consacrata alla sinassi eucaristica (Didachè, VIII). Ricordiamo la minuta e commovente descrizione lasciataci da Giustino: Dopo aver pregato, ci baciamo vicendevolmente col bacio della pace. Poi si presenta al capo dei fratelli il pane e il calice dell’acqua e del vino. Questi, dopo averli presi, innalza una lode a gloria del Padre di tutti nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e ringrazia a lungo per i doni che da Lui riceviamo. Poi che ha finito le preghiere e il ringraziamento, tutto il popolo presente conferma dicendo: Amen. Poiché il capo ha reso grazie e tutto il popolo ha confermato, quelli che presso di noi vengono chiamati Diaconi danno a ciascuno dei presenti parte del pane eucaristico e del vino e dell’acqua, e agli assenti ne portano. Si leggono poi le memorie degli Apostoli o le scritture dei Profeti...
La domenica, infatti, è giorno di Cristo: in essa è risorto il Maestro. La Pasqua segna la liberazione dal peccato, così come aveva adombrato per gli Ebrei la salvezza dei primogeniti e la liberazione dall’Egitto. Ecco dunque il primo nucleo, l’essenza della legge positiva della Chiesa sul come trascorrere il giorno domenicale: sentire con il Signore, vivere con il Signore. Tutto questo significa e importa la più alta letizia spirituale: e se per la Chiesa tutti i giorni sono festivi, la domenica sarà la festa per eccellenza. Segnerà l’apice della gioia, pure nelle pene dell’esilio e il verde dei paramenti vorrà dire un po’di quella gioia.
Vediamo i motivi di questa gioia.
La domenica, come primo giorno della settimana, ricorda la creazione: una doppia creazione, la prima dovuta all’onnipotenza di Dio Padre, la seconda, dovuta alla grazia restituitaci da Gesù Cristo (Galat., VI, 15) per cui noi siamo nuova creatura. Gioia dunque di esistere naturalmente e soprannaturalmente.
La domenica, come giorno della Resurrezione, rinsalda la nostra fede nel Redentore, la cui carne non fu corrotta nel sepolcro (Salmo XV, 9-10); in lui abbiamo il pegno della nostra resurrezione.
Aboliti i sacrifici simbolici dell’antica legge, è instaurato e perpetuato il Sacrificio nuovo, vero, di Cristo: abolito il riposo del sabato, simbolo anche del riposo di Gesù nel sepolcro in quel giorno, è inculcato il riposo vero, quello in Dio, quello che dalle creature porta al Creatore. Come tale, la domenica è anche il giorno del riposo e raffigura la promessa fattaci del nostro riposo (Isaia, XIV, 3; XXXII, 18): riposo dalle fatiche della vita presente, riposo dalle fatiche del corpo e anche dagli affanni dello spirito: quello che Gesù promise a quanti andassero da Lui (Matteo, XI, 28)…
Ci arride la promessa sicura d’un premio alle nostre fatiche: il sabato eterno (S. Agostino, De civit. Dei, XXII, cap. 30, 5) ove attenderemo solo a Dio, vedremo Dio, ameremo Dio per sempre : vacabimus, videbimus, ambimus.
Prof. Paolo Roasenda del R. Liceo di Alatri


Beato Angelico, "La Risurrezione e le Marie al Sepolcro"



2. Nisan, il mese della Pasqua

Leggo in un libro: Gesù fu crocifisso nel mese di nisan. Che mese dell’anno era? . (A. C. - Rivoli, Torino).
Nisan è denominazione «babilonese» del primo mese dell’antico calendario ebraico, detto abib e cioè spiga (cfr. il nome dell’odierna Capitale ebraica Tel Aviv = Colle della spiga o delle spighe). Questo mese coincideva con l’inizio della primavera ed era della durata di trenta giorni. Era ed è particolarmente sacro agli Ebrei perché ricordava e ricorda la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù dell’Egitto e la istituzione della Pasqua. E’ particolarmente caro anche a noi cristiani perché ci ricorda la passione, morte e risurrezione di Gesù (marzo-aprile).
Risposta di P. Mariano sul Radiocorriere-Tv, n. 24, 1967).



Tiziano, "L'ultima cena"



3. Il giorno di Pasqua Cristo istituì il sacramento della confessione

In una conversazione ho sentito sostenere da un laureato che la confessione è stata inventata e introdotta nella Chiesa da S. Ignazio di Loyola. Io ho ribattuto qualche cosa, ma non ho saputo, per la mia ignoranza, trovare la risposta precisa. Vuole ricordarmela lei? (R. F. - Macomer). Il laureato che ha affermato tale sciocchezza storica è enormemente ignorante, è in mala fede, oppure è l'una e l'altra cosa insieme. Quando nacque S. Ignazio di Loyola (1491) la confessione era praticata nella Chiesa - cifra tonda - da almeno quattordici secoli e mezzo! Infatti il Sacramento della penitenza o confessione è stato istituito da Gesù stesso, che ha trasmesso il suo potere di rimettere i peccati agli Apostoli, con l'irrefragabile sigillo della sua Risurrezione, la sera stessa della prima Pasqua Cristiana: «A vespro di quel giorno, il primo dopo il sabato, essendo chiuse, per paura dei Giudei, le porte del luogo dove erano raccolti i discepoli, venne Gesù e si pose nel mezzo e disse loro:- Pace a voi! - Così dicendo, mostrò loro le mani e il fianco. Gioirono i discepoli vedendo il Signore. Di nuovo disse loro Gesù:- Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo. A quanti avrete rimesso i peccati saranno rimessi, a quanti li riterrete, saranno ritenuti » (Giovanni 20, 19-23).
(Risposta di P. Mariano sul Radiocorriere-TV, n. 16, 17-23 aprile 1966).



Icona, "La resurrezione"