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Mamma che in cielo sta e Maria




Troviamo tra gli scritti giovanili di Paolo Roasenda un riferimento affettuoso alla Madre di Gesù, una componente essenziale della sua personalità e della spiritualità.In un breve articolo del maggio 1940, leggiamo questa preghiera intensamente affettuosa, intrisa di tenerezza. E’ interessante notare che, negli scritti giovanili, Paolo scrive di Maria sempre e soltanto in forma di preghiera.
R. C.

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1. Mamma che in cielo sta

Noi non ti amiamo né ti ameremo mai troppo, buona Mamma del Cielo.Non che sia in noi il sospetto di far male nell’amarti molto, quasi che – come vogliono i fratelli da noi separati – con l’amare Te si togliesse qualcosa all’amore verso il tuo Figlio. No, la nostra miseria è diversa e più grave perché, figli di famiglia e vivendo in famiglia, non abbiamo la volontà di amarti molto. Non abbiamo confidenza in Te. Quando vola a Te il nostro pensiero? Solo nelle ore buie del male e della prova: ci han detto, ed è bene ed è vero, che ricorre a Te nell’ora della tentazione impura, è garanzia di vittoria. Preghiamo Te in modo particolare il sabato, di maggio (quando tutto è in fiore il giardino della natura ) e di ottobre (siamo alle soglie del mese dei morti “et in hora mortis nostrae…”), ma il ricorso quotidiano, semplice e pur intensamente affettuoso, la fiducia che Tu puoi presso Gesù, la certezza che ogni bene passa per le Tue benedette mani, e più per il Tuo tenerissimo cuore, l’abbiamo noi?
E sì che sei in Cielo, ami non essere assente dalla terra nostra. Quanti santuari a Te dedicati non ci invitano a una frequenza maggiore di ricorso a Te, che ami stare in terra con noi! Se la Chiesa Cattolica ha più chiese dedicate a Maria, che chiese dedicate a Gesù, non è questa la chiara prova che dobbiamo più frequentemente pensare a Te, per giungere ad amare veramente Gesù? Maria è in terra per insegnarci ad amare come si ama in Cielo. (Credere, N. 18, 19 maggio 1940, p. 1.)



Gioacchino Bombelli, L’Immacolata Concezione.
Chiesa dell'Immacolata Concezione - Roma



2. Maria

T’amiamo, Maria, perché fin dai primi anni della nostra esistenza, la nostra mamma di quaggiù ci ha indirizzati come alla Mamma celeste. E siamo ormai sicuri nonché della tua protezione, del tuo amore.Te lo protestiamo sovente il nostro amore, ogni giorno,nel chiuso della nostra stanza, dinnanzi ai tuoi infiorati altari,nelle solenni sfilate ove siamo orgogliosi di corteggiare il tuo simulacro e di sentirci additare, felicissimi, fra i tuoi fedeli.
A te i nostri anni, la nostra purezza a te: e tu ricambiaci con il continuare a scegliere fra noi, tu madre del Sacerdote Eterno, piccoli sacerdoti, pastori di anime, distributori di Gesù Ostia, alle sterminate turbe della nostra ancora pagana società. I giovani cattolici si protestano tuoi vassalli, o Maria. (Il giovane Piemonte, N. 18, 30 aprile 1932,p. 1 )



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