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LA MESSA E’ UN TESORO IGNORATO


Cristo di San Giovanni Della Croce - Salvator Dalì



L’opuscolo sulla Messa, intitolato Il tesoro ignorato, fu richiesto al prof. Roasenda in occasione della “Sesta campagna Nazionale su la Santa Messa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica”. Fu finito di stampare il 26 luglio 1940 e, probabilmente, quando il testo fu distribuito nelle librerie, l’autore era già nel convento di noviziato a Fiuggi.
Nell’opuscolo presenta ai giovani la Messa nel suo insieme e nelle singole parti, suggerendone il significato spirituale e mistico. È convinto che per amare la Messa, è necessario conoscerla – ecco il perché del titolo… pessimistico. Ma afferma: “Non basta conoscere che cosa è la Santa Messa: bisogna prendervi parte viva”. Inoltre, considera inseparabili Messa e apostolato, come è inseparabile la conoscenza e l’esperienza di Gesù nella Messa e il desiderio di farlo conoscere ed amarlo.

R. C.



Cena in Emmaus - Caravaggio


Gesù benedetto, lo sappiamo, è morto un giorno, ed è morto quel giorno per tutti.
Il suo morire, tra atroci sofferenze, ebbe il potere di redimere tutti gli uomini.
Ma quando nell’ultima Cena, Egli istituì il Sacramento che tenesse viva la memoria del suo amore per noi, Egli raggiunse i limiti estremi della delicatezza affettuosa.
Volle che si rinnovasse perpetuamente, incessantemente (finchè durerà il tempo) il Suo Sacrificio.
Notate le finezze quasi incredibili del Suo Amore. Dicendo: Fate questo in memoria di me, Egli pensò a ciascuno di noi, a tutti i singoli i fedeli che dai primi apostoli si sarebbero nei secoli succeduti sino allo spirare dei secoli, e desiderò che tutti e ciascuno in particolare potesse – con uno strappo alle leggi del tempo e della distanza – assistere a quella scena in cui Amore e morte si dettero il bacio supremo per la salvezza dell’uomo: la tragica scena del Calvario.
Ma quale vivezza di memoria, quale realistica rinnovazione del fatto! Voi potete pensare al cinema: riprodurre in migliaia di sale la stessa scena fissata un giorno sulla pellicola: potete pensare al disco fonografico, che riproduce la voce dell’artista celebre; potete anche pensare alla televisione, che permette di vedere oggetti e persone a migliaia di chilometri di distanza, ma quelle sono copie della realtà; nella S. Messa, in modo sia pure incruento (senza spargimento di sangue), c’è la realtà, viva e vera: il nostro Signore Gesù Cristo. Egli è in essa vivo e vero, dopo le parole della consacrazione: ed è vivo per farci sentire la sua vicinanza e ci è vicino perché vuole che sentiamo e viviamo la sua vita.
Sempre vivo nel Sacramento dell’Altare, per esserci sempre vicino!
Ecco un punto da meditare: nella S. Messa c’è più che tutto il mondo creato: c’è Gesù Cristo.
( Il tesoro ignorato, Roma, A.V.E., 1940, cap. IV)


Sala della Segnatura - Raffaello