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HO SPRECATO UN FIDANZAMENTO

"Non trova, Padre, che molti matrimoni fanno fiasco perché da fidanzati si è sprecato il fidanzamento?”

Sono stato recentemente chiamato al letto di una giovane donna morente. A 24 anni si spegneva, distrutta fisicamente e spiritualmente, dal vizio degli stupefacenti. La invitai a confidare nella infinita misericordia di Dio. Mi rispose con un mesto sorriso di assenso, poi, dopo qualche istante di silenzio, si mise a piangere. “ E’ triste, Padre, morire a 24 anni senza aver conosciuto l’amore! Tanti uomini ho conosciuto ... ma l'amore non l'ho conosciuto. E tutto è cominciato quando a diciotto anni ho sprecato un fidanzamento che mi poteva far divenire sposa e madre”.
Ogni anno si celebrano in Italia circa 500 mila matrimoni. Ci sono quindi - mentre scrivo queste righe - circa un milione di fidanzati.


Quanti non “ sprecano” il loro fidanzamento? Lo dice eloquentemente l'alta percentuale di matrimoni falliti.
Non parlo evidentemente degli «pseudo-fidanzati ». Secondo una nuovissima scuola-moda, importataci dal nord di Europa, un ragazzo e una ragazza (16-14 anni ) che mai si sono visti ne conosciuti, si incontrano dal gelatiere e vanno insieme. Dopo due ore si sono baciati e ribaciati. So no “fidanzati “. Così dicono agli amici che incontrano.
Non parlo neppure degli «impreparati» al fidanzamento. Nessuna preparazione remota (sarebbe stato dovere degli educatori parlare loro di tale problema, e cioè compito di papà e mamma, ma un tale compito i genitori raramente lo assolvono): arrivano a 20-25 anni illusi e sognatori (si deve sposare una creatura, non un sogno ! ) con un bagaglio in testa di idee confuse, con tendenze disordinate, con abitudini equivoche: le fonti della loro impreparazione sono gli amici del bar, i rotocalchi, i film, i dischi di successo ... Quando devono “ scegliere “ la compagna o il compagno della vita ... la scelta è gia fatta da anni, dettata non da criteri di ragione e di cuore, ma da un cuore e da una mente «disorientati »: scelgono ad occhi chiusi, seguendo il solo istinto.


No, io parlo di veri fidanzati. Di ragazzi e ragazze da tempo orientati alla formazione di un loro focolare, che hanno saputo fare una scelta ragionevole, anche «col cuore »; che hanno seriamente deciso di sposarsi. Si sono perciò - secondo una tradizione universale, nella quale però essi vedono più il « così fanno tutti », che non una necessità - fidanzati. Con una cerimonia più o meno solenne (anche qui si esagera, sprecando denari che sarebbe molto meglio mettere da parte per il domani) si sono scambiati doni e la promessa di sposarsi. Sono i promessi sposi,
Pochi sentono, dicevo, la necessità e pochissimi valutano la importanza di tale periodo che precede immediatamente il matrimonio.
Periodo che non deve essere troppo lungo (sei anni sono troppi ), ma neppure troppo breve (sei mesi sano pochi). Cosa curiosa: per diventare tecnici, ingegneri, avvocati, professori, o anche solo operai specializzati, non si risparmia denaro, tempo, fatica, sacrifici: bisogna pure conoscere il volto vero della professione che si sceglie e bisogna pure prepararsi ad essa! Solo per il matrimonio non si spende nessun tempo e nessuna fatica, per conoscerne il vero volto; cosa che si deve appunto fare nel tempo di fidanzamento.


E' una illusione spaventosa (e deleteria) questa nella quale vivono migliaia e migliaia di giovani fidanzati, che chiamano amore il confluire effimero di due egoismi e di due sogni: e ai sogni segue sempre il triste risveglio della realtà. Se mai dite loro: « non sprecate il fidanzamento » vi guardano con un sorrisetto malizioso di compassione come dire: « ma questo sarà l'unico periodo felice della nostra unione! » ( e in fondo, se ragionano così, sarà cosi! ).
Bisogna prepararsi al matrimonio? Certo. Bisogna prepararsi materialmente e spiritualmente.
( La posta Di Padre Mariano, n. 1, ed. CESCA 1970, pag. 19 )